Come abbiamo già avuto modo di dire, la mobilità sostenibile per non rimanere lettera morta e trovare concrete applicazioni che la implementino a vantaggio del nostro ambiente, deve fare leva sulla possibilità da parte delle amministrazioni pubbliche di legiferare in tal senso.
Le amministrazioni pubbliche sono i principali responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile; gli interventi sono finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa che in ordine d’importanza viene svolta:
- a piedi;
- in bicicletta;
- con i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, sistema ferroviario metropolitano);
- con i mezzi di trasporto privato condivisi (car pooling e car sharing)
- la combinazione ottimale di vari sistemi di trasporto
Le città dove le politiche di sostenibilità dei trasporti hanno avuto più successo sono state quelle nelle quali le diverse tipologie di intervento (tra cui quelle elencate più sotto) sono state applicate in maniera integrata in modo da rinforzarsi una con l’altra. Gli stessi singoli interventi applicati senza curarne i sincronismi e le sinergie risultano quasi sempre inefficaci. Viceversa la loro integrazione porta a una riduzione notevole dei flussi di traffico veicolare privato in un arco temporale sorprendentemente breve.
Tra gli interventi più efficaci si cita il potenziamento del trasporto pubblico locale (con corsie riservate e vie preferenziali, sistemi di integrazione tariffaria, strumenti per l’infomobilità) e l’adozione di specifici strumenti di pianificazione (come ad esempio il Piano Urbano della Mobilità).
Esistono inoltre altri interventi innovativi che si stanno lentamente diffondendo:
In Norvegia ci sono dei finanziamenti su chi compra un’auto elettrica.
sviluppo della mobilità pedonale: favorire l’accessibilità e la fruizione universale degli spazi pubblici, con la redazione di pediplan, con interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nei percorsi, con la realizzazione dei percorsi sicuri casa-scuola e del pedibus.
sviluppo della mobilità ciclabile: redazione di biciplan, la costruzione di piste ciclabili e l’implementazione di servizi di biciclette pubbliche condivise.
politiche di tariffazione e pedaggi: pedaggio urbano (accesso a pagamento in particolari zone urbane), park pricing (sosta a pagamento); park and ride (agevolazione nell’interscambio tra automobile e mezzo pubblico), crediti di mobilità.
pianificazione della mobilità aziendale: redazione del Piano spostamenti casa-lavoro, implementazione di sistemi di telelavoro, introduzione della figura del responsabile della mobilità.
gestione della domanda: moderazione del traffico, limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing e trasporto a chiamata; promozione del car pooling; utilizzo di sistemi di information technology (ITS) per la gestione dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione satellitare ecc.).
Alla base di queste misure ci sono tre principi di riferimento:
migliorare i servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici sia in termini numerici che di distanze;
destinare una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile a scapito dei veicoli privati, riducendo in questo modo il costo generalizzato del trasporto sostenibile;
realizzare una rete intermodale di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati.
Ovviamente le amministrazioni pubbliche possono anche organizzare campagne di promozione a favore della mobilità sostenibile, stampare manifesti, depliant e molto altro ancora, senza dimenticare le campagne pubblicitarie di pubblicità progresso in televisione e sui quotidiani.